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Comunicato stampa della RU2020, rete umbra per l’autodeterminazione

In Umbria, fino al 2014, non esistevano Centri Antiviolenza residenziali.

In dieci anni, le associazioni femminili e femministe umbre hanno costruito, anche in collaborazione con le istituzioni locali, un sistema di accoglienza e ospitalitร  che oggi consta di 13 Centri Antiviolenza, case di emergenza-urgenza e case rifugio ad indirizzo segreto, nonchรฉ strutture di semi autonomia.

Nel 2016 la Regione Umbria, con la Legge n. 14 del 25 novembre 2016 – Norme per le politiche di genere e per una nuova civiltร  delle relazioni tra donne e uomini – ha previsto espressamente che i servizi antiviolenza venissero gestiti da associazioni ed organizzazioni di donne, che avessero qualiย  finalitร  ed attivitร  primarie la prevenzione e il contrasto della violenza degli uomini contro le donne, l’adesione agli obiettivi della Convenzione di Istanbul, nonchรฉ maturato esperienze e competenze specifiche in materia di violenza contro le donne.

Fino al 2021 in Umbria, le associazioni femminili hanno collaborato alla costruzione, dal nulla e con risorse contingentate, di un sistema integrato di accoglienza e ospitalitร  per donne e minori altamente qualificato, con operatrici specializzate che hanno maturato esperienza durante i tirocini nei Centri Antiviolenza accreditati dalla regione. Un sistema che si avvale di una metodologia della relazione tra donne validata a livello internazionale, non giudicante, libera da qualsiasi condizionamento religioso o di altra natura.

Nel 2021 il Comune di Terni, dopo sette anni di gestione dei servizi antiviolenza da parte di un’associazione femminista, indice una gara di appalto utilizzando il criterio dellโ€™offerta economicamente piรน vantaggiosa, trascurando l’importanza della metodologia dei Centri Antiviolenza e mettendo a repentaglio l’autonomia delle scelte delle donne.

Tutte le associazioni antiviolenza protestano perchรฉ la gara d’appalto al ribasso non รจ certo lo strumento adatto ad assegnare โ€œserviziโ€ di questa natura, perchรฉ cosรฌ facendo verrebbero cancellati anni di buone pratiche, perchรฉ il capitolato non rispetta i requisiti previsti dalla legge regionale 14/2016 per la prosecuzione della gestione dei servizi antiviolenza, perchรฉ il rischio che si corre รจ quello di snaturare i luoghi delle donne, di trasformarli in meri servizi di assistenza a persone in difficoltร . Il Comune di Terni tira dritto e la gara viene vinta da un’associazione di stampo cattolico senza alcun coinvolgimento delle associazioni che storicamente si occupano di contrasto alla violenza di genere sul territorio.

Nel 2024 la stessa associazione nellโ€™avviso di coprogettazione del Comune di Narni per la gestione dei servizi antiviolenza ottiene un punteggio superiore a quello dato al Forum Donne Amelia, associazione femminista, che nella zona sociale 11 ha avviato i servizi antiviolenza e attualmente li gestisce in proroga fino al 29 febbraio. Il Forum donne Amelia รจ escluso dal procedimento e ha presentato ricorso.

Nellโ€™ultima riunione presieduta dalla Ministra Roccella per la revisione dellโ€™Intesa Stato regioni sui requisiti minimi per lโ€™accreditamento dei Centri Antiviolenza e delle Case Rifugio รจ apparso evidente lโ€™indirizzo di voler ampliare a qualsiasi soggetto la gestione dei servizi stessi, facendo cadere gli attuali requisiti difesi strenuamente dalle associazioni femministe che hanno creato in Italia i Centri Antiviolenza. Conferma di questo indirizzo รจ lโ€™aver prorogato da 18 a 36 mesi il periodo concesso a tutti i soggetti interessati per certificare lโ€™acquisizione dei requisiti minimi per la gestione.

Questi precedenti ci spingono, come Rete Umbra ad evidenziare il rischio che le istituzioni nazionali e della nostra regione travisino l’identitร  politica dei Centri Antiviolenza e le modalitร  operative degli stessi, cancellando il ruolo delle associazioni femminili e femministe che questi luoghi li hanno costruiti con anni di sacrifici e lotte. Associazioni che non solo gestiscono โ€œserviziโ€ ma che da sempre lavorano per promuovere il cambiamento sociale e culturale indispensabile a contrastare la violenza sulle donne attraverso attivitร  di formazione e sensibilizzazione.

Negli ultimi giorni anche il Comune di Spoleto ha pubblicato un bando, poi annullato, per la gestione del Centro Antiviolenza gestito fin dal 2018 da una associazione femminista che dal 2009 si occupa di contrasto alla violenza di genere, e altri Comuni (tra cui la stessa Terni) potrebbero presto mettere a bando la gestione dei servizi antiviolenza.

Cosa accadrร  a questi luoghi? Si terranno in considerazione le norme, le direttive regionali, nazionali ed internazionali che prevedono che a gestire tali servizi siano associazioni di donne? Si valorizzerร  l’esperienza e la professionalitร  delle operatrici che hanno lavorato nei Cav per anni?

Queste e altre domande ci affliggono ormai da tempo, nella speranza che possano trovare presto risposte da parte delle istituzioni, come Rete Umbra continueremo a chiedere che i Centri Antiviolenza vengano preservati, che la professionalitร  venga garantita e che le donne trovino accoglienza e ospitalitร  in luoghi sicuri perchรฉ attraversati da donne.

RU2020 – Rete Umbra per l’autodeterminazione

Per adesioni al presidio del 20 aprile scrivere una email a reteumbraautodeterminazione@gmail.com